a cura di Angelo Baldassarre, presbitero dell’Arcidiocesi di Taranto e studente alla licenza in teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana in Roma
Quelli del convegno sono stati giorni di grazia e profonda riflessione per l’Accademia Alfonsiana: un momento formativo per comprendere il valore di una proposta morale che attraversa i secoli ed è in grado di illuminare la Chiesa ancora oggi. L’esperienza è stata articolata in tre sessioni focalizzate su un tema centrale per ciascuno dei tre ambiti della morale: la “coscienza” per la morale fondamentale, la “persona” per la bioetica e la giustizia per la “morale sociale”. Dopo i saluti iniziali del moderatore generale dell’Accademia, p. R. Gomes, e del magnifico rettore della PUL, prof. V. Buonomo, hanno avuto inizio i lavori.
Nella prima sessione si sono alternati prima i prof. A. Amarante e A. Donato, parlando rispettivamente dell’importanza storica di S. Alfonso con la sua proposta di mediazione tra rigorismo e lassismo morale e della centralità della coscienza come via d’accesso alla vita morale; poi i prof. C. Zuccaro e C. Corbella, proponendo una riflessione sulla coscienza della “persona in atto” piuttosto che della singola e mai pienamente oggettivabile azione morale e della sua centralità per la formazione graduale ai valori morali intesi quasi come “sistema circolatorio” del soggetto.
Nella seconda sessione si sono avvicendati prima i prof. M.P. Faggioni e M.M. Cúneo, i quali hanno proposto una riflessione sul collegamento tra S. Alfonso e la medicina del suo tempo e il complesso discernimento comunitario dell’ambito coniugale-familiare; poi il prof. G. Del Missier che ha attualizzato la figura del santo nel campo della bioetica attraverso il tema della cura di una dimensione che accomuna tutti come la “vulnerabilità”.
Nella terza sessione sono intervenuti i prof. M. McKeever e G. Cesareo, che hanno proposto una riflessione sul rapporto tra fede cristiana e giustizia sociale nella modernità e sulla evoluzione di questo tema nello sviluppo della dottrina sociale della Chiesa; infine la prof.ssa C. L. Luna che ha offerto una lettura della teologia della liberazione come ricerca della giustizia sociale.
Hanno presentato i relatori e moderato i dibattiti i prof. F. Sacco, C. Freni e S. Zamboni, i quali hanno tirato anche delle possibili conclusioni.
L’intera esperienza è stata altamente positiva per tutti i partecipanti: per i relatori qualificati che sono intervenuti e per il clima di confronto che si è creato, atmosfera ideale per proseguire con la ricerca teologica. Appare sempre più evidente l’importanza dell’approccio multidisciplinare e transdisciplinare nel portare avanti l’indagine razionale illuminata dalla fede, la quale vuol offrire ancora oggi delle “risposte salvifiche” per uomini e donne alle prese con la complessità della vita, ma sempre alla ricerca di una speranza concreta. S. Alfonso, ieri come oggi, resta una fondamentale figura di riferimento per i confessori e i moralisti, la cui missione resta assai delicata. Inoltre è stato incoraggiante constatare come, nonostante la complessità della nostra epoca, il santo vescovo sia stato profetico tanto da sembrare davvero presente nel magistero e nel pontificato di papa Francesco, il quale da sempre promuove attenzione per ultimi e periferie esistenziali.
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